I consigli del professor Domenico Bergero DVM, dipl. ECVCN.
Nonostante il cavallo sia un erbivoro, è in grado di utilizzare razioni contenenti grandi quantità di grassi. Alcune attenzioni sono tuttavia necessarie.
Intanto, il grasso per essere digerito deve essere emulsionato, deve essere ridotto a minuscole goccioline. Nell’intestino, è la bile che si incarica di svolgere questa funzione. In quasi tutti gli animali, uomo compreso, la bile è prodotta dal fegato e raccolta in una sacca detta cistifellea, da dove viene riversata nell’intestino in particolare quando transitano grandi quantità di grassi. Nel cavallo, tuttavia, la cistifellea non è presente, quindi la somministrazione di quantità eccessive di grassi in un solo pasto può avere qualche controindicazione. In natura, il cavallo fa piccoli pasti continui, costituiti da erbe a basso tenore di grassi di solito. Insieme ad razione di alimento 50 / 70 grammi di olio sono già sufficienti.
Anche la qualità dei grassi è importante: una razione molto ricca di oli dovrà essere accompagnata da adeguate quantità di antiossidanti, di vitamina E in particolare, per evitare il rischio che gli acidi grassi contenuti possano provocare ossidazione indesiderata a livello cellulare. Per questo, nei mangimi, i grassi sono attentamente dosati ed accompagnati da adeguate quantità di antiossidanti. Sempre per queste ragioni, bisognerebbe aggiungere in modo graduale l’olio nei pasti ad un cavallo che ha sempre mangiato solo orzo e fieno. Se si usano già mangimi grassati (tenore di grasso grezzo > 5%) bisogna valutare con attenzione l’aggiunta di olio puro.
A livello metabolico, comunque, gli acidi grassi circolanti non sono solo quelli assorbiti nell’ultimo pasto: molti, la maggior parte, arrivano dalle riserve dello stesso animale, dal grasso sottocutaneo. Questi grassi possono contribuire a mettere in crisi il metabolismo del cavallo. Anzi, spesso sono proprio questi che creano problemi nel rimettere in lavoro un cavallo troppo grasso. Quindi: attenzione ai grassi della razione ma attenti al “body condition score” dell’animale stesso. Se dobbiamo rimettere in lavoro un soggetto un poco appesantito, non sarà di troppo prevedere una razione non solo non troppo ricca di grassi, ma anche adeguatamente provvista di antiossidanti e di vitamina E in particolare.