I consigli del Professor Domenico Bergero DVM, dipl. ECVCN.
Mentre la maggior parte delle piante velenose non causano seri problemi ai cavalli perché poco appetibili, spesso sono i proprietari a offrire senza volerlo essenze pericolose per la presenza di tossine attraverso fieni e mangimi contaminati, o mettendo a disposizione rami e potature di alcuni alberi o arbusti.
Un cavallo di 500 kg dovrà mangiare quantità maggiori di piante tossiche rispetto ad uno più piccolo, per avere sintomi clinicamente rilevanti; tuttavia, molte piante velenose sono degne di attenzione e tutte dovrebbero essere ben conosciute ed allontanate dalle zone frequentate dai cavalli. Un’altra causa molto trascurata di avvelenamento è il far pascolare il cavallo su prati appena trattati con erbicidi, prima che le erbe infestanti siano morte e scomparse.
Se si sospetta che il cavallo abbia ingerito una pianta velenosa le cose da fare sono:
- spostare il cavallo dalla possibile fonte di avvelenamento;
- contattare immediatamente il veterinario;
- cercare di capire quanto della pianta tossica è stato assunto e quando (piccole quantità di alcune tossine possono essere fatali anche in brevi periodi di tempo, mentre altre devono essere assunte in quantità maggiori e per lunghi periodi, fino a settimane o mesi).
Si può evitare che il vostro cavallo ingerisca piante velenose imparando quali sono le più comuni nella vostra regione, facendo attenzione anche al periodo dell’anno in cui queste sono più appetibili o più tossiche. Come sempre, per maggiori informazioni chiedete al vostro veterinario!
Piante particolarmente tossiche per il cavallo:
• Pteridium aquilinum (FELCE)
Cavalli che consumino una dieta contenente il 20/25% di felci per un periodo di diverse settimane possono intossicarsi. I segni clinici sono disturbi neurologici da carenza di vitamina B1 e possono includere depressione, incoordinazione e cecità.
• Conium maculatum (CICUTA)
La maggior parte dei cavalli non mangia la cicuta; 2 kg rappresentano tuttavia una dose letale per un cavallo. Segni di intossicazione compaiono entro 1-2 ore dalla assunzione e iniziano con nervosismo, tremori, incoordinazione, proseguendo poi con depressione, diminuzione del ritmo cardiaco e respiratorio, a volte colica.
• Jacobaea vulgaris (SENECIONE DI SAN GIACOMO)
Alcuni cavalli possono avere problemi dopo essere stati esposti ad una dose di 25-75 kg di questa erba nel corso del tempo. I segni di avvelenamento non appaiono se non quando ci sono già danni epatici e comprendono fotosensibilizzazione, perdita di peso, depressione, incoordinazione, ittero.
• Sorghum × drummondii (SUDAN GRASS)
I segni di tossicità legati a avvelenamento da cianuro comprendono respirazione accelerata, boccheggiare, urinazione e defecazione frequenti, arrossamento vivo delle mucose ed esitano in convulsione e morte.
• Datura stramonium (STRAMONIO)
Il comportamento insolito è di solito il primo sintomo: il cavallo può muovere la testa, avere andatura eccessivamente rilevata, barcollare e cadere. Altri segni possono essere aborto, problemi al parto, infertilità nello stallone e problemi di vista.
• Nerium oleander (OLEANDRO)
Approssimativamente, 30-40 foglie di oleandro possono causare morte nel cavallo. Gli effetti si producono dopo alcune ore dall’ingestione e comprendono colica, difficoltà respiratorie, tremori, decubito, polso irregolare; l’esito è spesso letale.
• Acer rubrum (ACERO ROSSO)
Pianta decorativa da noi, ha foglie che diventano molto tossiche quando sono secche. I sintomi possono apparire 4-5 giorni dopo il consumo e consistono in letargia, rifiuto del cibo, urine scure, polso e respiro accelerati, disidratazione.
• Cicuta virosa (CICUTA D’ACQUA)
Meno di 500 grammi di questa pianta possono essere fatali. Le sue tossine attaccano i neuroni, soprattutto del cervello, causando salivazione eccessiva, pupille dilatate, nervosismo e difficoltà respiratorie.
• Centaurea solstitialis (FIORDALISO GIALLO)
Per arrivare alla dose tossica, i cavalli devono mangiare il 50 – 200% del loro peso di questa pianta in un periodo da 1 a 3 mesi. I soggetti intossicati sembrano avere i muscoli facciali tesi e stretti, e sono incapaci di mordere e masticare con efficacia, andando anche incontro a perdita di peso e incoordinazione dei movimenti.
• Taxus baccata (TASSO)
La morte improvvisa è purtroppo il sintomo più evidente di ingestione di foglie di tasso (le bacche non sono pericolose). Gli animali ancora in vita sono in preda a tremori o coliche, con difficoltà a respirare e un ritmo cardiaco diminuito.