Traduzione del professor Domenico Bergero DVM, dipl. ECVCN del testo di Brian S. Burks, DVM, Dipl. ABVP
Quando si vede il proprio cavallo ingerire qualcosa di diverso dal fieno o dal mangime ci si pongono sempre delle domande. Infatti a volte i cavalli possono ingerire terra, lettiera o feci! Questo si spiega in molti modi, che comprendono la curiosità, la noia ed a volte carenze nutrizionali. Vediamo insieme alcune possibilità di spiegazione per questo comportamento apparentemente aberrante.
L’ingestione di terra, o geofagia, può essere un comportamento normale per alcuni soggetti. Può essere una forma di auto approvvigionamento di minerali o microbi presenti nel suolo. I cavalli selvaggi vengono spesso visti nell’atto di ingerire terra.
I cavalli possono praticare la geofagia per molte altre ragioni:
- fabbisogno di sodio (specialmente cloruro di sodio);
- fabbisogno di minerali in genere;
- necessità di ingerire microorganismi dal suolo che aiutino il processo digestivo;
- necessità di ingerire argilla, per sfruttarne le proprietà assorbenti in caso di problemi digestivi;
- noia o abitudine;
- presenza di malattie che alterano lo stato mentale.
I cavalli normalmente mangiano vegetali che contengono i minerali di cui hanno bisogno per vivere, crescere e riprodursi. Ci sono tuttavia erbe e vegetali in genere che sono più utili di altre nello svolgere questa funzione. Se l’alimento a disposizione non contiene i minerali di cui il cavallo ha bisogno, questo cercherà altre fonti: terra, feci, lettiera. I cavalli possono leccare le rocce, il suolo, e persino altri cavalli con questo scopo. Se il cavallo ingerisce terra per una carenza di sodio o di minerali di altro tipo, una corretta integrazione farà cessare il comportamento indesiderato. Di solito, in questi casi, il sale da cucina è la scelta migliore, mentre i blocchi di sale pastorizio non sono sempre efficacissimi. Anche sali speciali possono essere ben utilizzati: alcuni hanno buon sapore e colori particolari come il rosa, altri arrivano da distretti particolari come il mar Baltico, ma di solito il normale sale grosso è sufficiente. Se non ci sono indicazioni sanitarie particolari, il sale va tenuto separato dal fieno e dal mangime.
Il sodio circolante è mantenuto strettamente controllato e varia pochissimo, anche perché è importante per moltissime funzioni all’interno dell’organismo. Il sale aumenta il consumo di acqua, il che può essere importante in alcune circostanze particolari. Troppo sale, tuttavia, può creare problemi di tossicità, quindi il consumo di sale va tenuto sotto controllo: se un rullo di sale viene ingerito in poco tempo possono derivarne seri inconvenienti. Un eccessivo consumo di sale può anche danneggiare i reni, con aumentata abbeverata ed urinazione. Normalmente, i cavalli si auto regolano nel consumo di sale, e quindi se si mantiene il sale separato dall’alimento il cavallo saprà da solo quanto assumerne.
I blocchi di sale non contengono sempre sali ben assorbibili, e spesso sono formulati per i fabbisogni dei bovini: in questo caso l’uso sui cavalli non è ideale. Una integrazione minerale studiata individualmente funziona ovviamente molto meglio, ed il sale può essere fornito a parte.
Molti supplementi minerali prevedono anche una base che può essere sale, cruscami, erba medica macinata o anche dolcificanti. In commercio ce ne sono molti di buona qualità.
Come accennato, anche la necessità di ingerire microorganismi per aiutare la digestione può spiegare l’ingestione di terra. I cavalli sono fermentatori distali (cioè, il tratto fermentativo è il grosso intestino, mentre ad esempio nei ruminanti il rumine rappresenta la camera di fermentazione prossimale). Anche i conigli sono fermentatori distali. La digestione nel cavallo necessita quindi di microorganismi fermentanti (batteri, lieviti, protozoi) nel cieco e nel colon. Questi microbi fermentano in particolare la fibra e forniscono una difesa contro i batteri patogeni, impedendone la eccessiva moltiplicazione nell’intestino. Cavalli che ingeriscono solo alimenti conservati potrebbero in qualche caso presentare carenza di queste popolazioni microbiche. La soluzione può essere l’uso di probiotici o prebiotici.
I probiotici sono prodotti oggi ben studiati, ma c’è differenza tra un prodotto e un altro, ed è meglio affidarsi a ditte note per la serietà nella coerenza tra formulazione, etichette ed effettivo contenuto in principi attivi. Sia la medicina umana che quella veterinaria sono in ogni caso appena all’inizio nella comprensione fine dei ruoli giocati dalla microflora intestinale. A volte abbiamo ancora dubbi su quali microorganismi usare, per quanto tempo, e se preferire microorganismi vivi o inattivati.
Se i cavalli sono al pascolo per un congruo numero di ore al giorno, con le erbe molti microorganismi vengono normalmente ingeriti, e non ci sarà necessità in genere di ricorrere ai probiotici.
Ancora, i cavalli possono ingerire terra per le proprietà assorbenti dell’argilla. L’argilla infatti può assorbire microorganismi indesiderati, tossine, acidi, alcuni virus e diverse sostanze pericolose che possono essere presenti nel cieco e nel colon. In alcune circostanze, cavalli malati possono mangiare la terra preferendola all’erba. Questo non è una prova di malattia, ma si deve sospettare un problema enterico, ad esempio un eccesso di amido o di zuccheri, che sbilanciano la flora intestinale. In queste circostanze, l’argilla con le sue proprietà può essere utilissima. Tra le argille che si possono utilizzare sono da ricordare le zeoliti, la bentonite, la sepiolite, la smectite e il caolino. Tutte possono essere ingredienti di mangimi per cavalli di buona qualità. Questi prodotti sono utili anche in caso di diarree, ma ovviamente un miglior bilanciamento della razione aiuterà a risolvere il problema in maniera definitiva.
I cavalli che mangiano terra per noia o abitudine possono giovarsi di una maggiore permanenza all’esterno del box, della compagnia di altri cavalli in paddok, e di una attività sportiva comprendente lavoro alla corda e montato. Anche giocare col cavallo da terra può essere utile. I cavalli che mangiano terra per problemi maggiori rispetto alla noia presenteranno anche altri sintomi, e dovranno essere valutati attentamente da un veterinario.
L’ingestione di legno, o lignofagia, può essere a volte osservata in cavalli normali, che rosicchiano steccati, il bordo del box o la corteccia degli alberi. Questo comportamento può essere dovuto a noia, e va distinto dal ticchio d’appoggio.
La lignofagia può indicare malessere, insufficiente apporto di fibra, oppure noia. Cortecce, piccoli rami o radici peraltro sono una parte normale dell’alimentazione di cavalli selvaggi. Cavalli con insufficiente apporto di fibra la cercheranno ove possibile: per questo, la lignofagia a volte può essere combattuta semplicemente aumentando la quantità giornaliera di fieno a disposizione. Un arricchimento dell’ambiente che aumenti gli stimoli può a sua volta essere utile.
L’ingestione di feci, detta anche coprofagia, può avere cause diverse. Questo comportamento è normale nei puledri, che sono soliti esplorare il loro ambiente e decidere cosa è appetibile e cosa no; serve loro anche per approvvigionarsi di batteri che dovranno colonizzare il loro intestino, cieco e colon, sterile alla nascita e che deve costruirsi il suo “biota”. I batteri così ingeriti aiuteranno anche a proteggere contro quelli indesiderati, e a sostenere la digestione di alimenti solidi.
Anche i puledri più grandi e gli adulti possono praticare la coprofagia, anche loro per ottenere microbi desiderati, fibra o altri nutrienti carenti nella dieta.
La coprofagia, l’assunzione di “feci molli” più propriamente chiamata cecotrofia, è normale nel coniglio, che ha un tratto digerente simile a quello del cavallo. Molti nutrienti sono infatti rilasciati o prodotti dalla microflora durante la fermentazione, e gli stessi corpi microbici sono fonte di proteine, grassi, vitamine e altri fattori, che vengono persi nelle feci. Nel cavallo, in caso di confinamento prolungato in box, la coprofagia potrebbe dunque assumere un significato anche nutrizionale.
Anche la coprofagia può essere dovuta a noia, o stress sociale. Spesso i cavalli ospedalizzati, a cui non viene fornito cibo per ragioni mediche, tendono a ingerire le proprie feci. Lo stress sociale può invece essere dovuto a isolamento, o viceversa a cambiamenti frequenti o troppo rapidi nella struttura sociale o nel management. In questi casi, un aggiustamento della gestione può essere risolutivo.
Infine, per qualche cavallo, sembra che la paglia, i trucioli, la lolla di riso e persino gli stocchi pellettati rappresentino una prelibatezza. I cavalli più a rischio sono quelli voraci, e quelli sottoposti ad un programma di controllo del peso. L’ingestione di lettiera, che può sembrare un problema secondario, espone in realtà i cavalli ad importanti rischi di coliche da impaccamento.
Tutti questi comportamenti possono essere anche stereotipie, ossia comportamenti stereotipati senza un fine ovvio; se il caso è questo, bisognerà cambiare la gestione e aumentare il benessere del cavallo. Ovviamente, bisogna prima essere sicuri di non essere davanti ad un semplice caso di carenze nutrizionali: meglio dunque far valutare la razione da un esperto.