I consigli del Professor Domenico Bergero DVM, dip. ECVCN.
Tra i sottoprodotti dello zuccherificio, ci sono anche le “polpe esauste di bietola”, molto usate nella alimentazione del cavallo come ingrediente di mangimi composti, di pastoni, ma anche somministrate da sole, dopo averle fatte rinvenire in acqua. Le polpe infatti di solito vengono seccate in vista della commercializzazione, per garantirne la conservazione. Le troviamo in sacchi, in forma di piccoli frustolini bruni o nerastri, oppure come pellet. In entrambi i casi, l’umidità è bassa, intorno al 10%.
Le polpe di bietola hanno un contenuto di fibra alto, globalmente stimabile intorno al 50%; tra le frazioni fibrose, nelle polpe risultano quasi equamente ripartite cellulosa ed emicellulosa. Se si acquistano in sacchi, la “fibra grezza” contenuta (che non comprende molte delle emicellulose, ma è il riferimento ufficiale per la nostra legislazione) è stimata intorno al 20%. Nonostante il saccarosio sia stato allontanato (è il prodotto principale della lavorazione della barbabietola) sono ancora presenti zuccheri in discreta quantità, oltre a proteina (circa 9%, come nel mais). Alto è anche il contenuto minerale ed in particolare di calcio (circa l’1%, 10 volte più del contenuto nei cereali). Da questo punto di vista, si tratta di un alimento “equilibratore” quando viene usato a supporto di diete molto acidogene, ad esempio quelle basate su fioccati misti e fieno di primo taglio o di graminacee, soprattutto se tagliate tardivamente.
Le polpe sono un mangime fibroso, ma con una fibra particolarmente efficace (tanto che viene utilizzato anche come fonte di fibra nei mangimi per carnivori, come cani e gatti), con caratteristiche “rinfrescanti”, e ad alta digeribilità. Se utilizzato in grande quantità, deve essere reidratato prima della somministrazione, poiché “assorbe” grandi quantità di acqua e quindi, se somministrato secco, potrebbe aumentare di volume nello stomaco del cavallo e causare problemi, in particolare coliche. Nei mangimi la percentuale di polpe può essere molto varia, ma è particolarmente alta nei cosiddetti “fat and fiber”, ovvero nei prodotti a basso contenuto di cereali e, conseguentemente, di amido. questo garantisce anche una certa reidratazione, nei cavalli stressati che tendono a bere poco. Volendole somministrare da sole, non causando particolari problemi di dosaggio, si arriva anche a 1 kg al giorno, a cui aggiungere almeno 6 – 7 litri di acqua. Si possono somministrare dopo 1 ora circa. Attenzione alla possibile fermentazione in estate e alla temperatura dell’acqua in inverno.
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Piccioni M., Dizionario degli alimenti per il bestiame, Edagricole, 1989 •http://www.feedipedia.org/