11 Dicembre 2019
Brian S. Burks, DVM, Dipl. ABVP tradotto dal Professor Domenico Bergero DVM, dipl. ECVCN.
Un vecchio adagio recita “puoi portare un cavallo all’acqua, ma non puoi obbligarlo a bere”. Dal punto di vista veterinario, tuttavia, ci sono dei modi per trattare cavalli disidratati o bloccati per scarsa idratazione del contenuto intestinale, costipazione, ma la migliore strategia è comunque quella di prevenire la disidratazione. Sembra facile, no? Purtroppo, convincere i cavalli a bere non è sempre così semplice. Il consumo spontaneo di acqua varia in funzione ai diversi fattori: età, condizione corporea, livello di allenamento, lavoro svolto, stato produttivo e riproduttivo in particolare, condizioni ambientali, tipo di razionamento, malattie intercorrenti. In più, possono giocare un ruolo la temperatura dell’acqua, la sua freschezza, purezza e appetibilità.
Giornalmente, i cavalli hanno una necessità minima di acqua che serve per sopravvivere, che è di circa 20 / 40 litri al giorno per un cavallo medio. Se il cavallo lavora, se la temperatura è elevata, se parliamo di una fattrice allattante o di un cavallo malato, la quantità può facilmente raddoppiare o aumentare anche di più.
E’ molto importante tenere sotto controllo il consumo di acqua quando la frequenza cardiaca è oltre il normale, dalle 28 alle 40 pulsazioni per minuto a riposo in cavalli adulti. Segni di scarso consumo idrico sono anche le feci secche o con una patina mucosa; uno strato di muco indica infatti che le feci sono rimaste troppo a lungo nell’intestino. In questi casi, è importante far visitare il cavallo da un veterinario. Quando le gengive imbiancano se sono premute col pollice, il colore rosato deve ricomparire in meno di due secondi. Se il tempo è più lungo, si può trattare di un sintomo di disidratazione. Se si pizzica lievemente la palpebra superiore tra due dita, questa deve tornare rapidamente al suo stato precedente: in caso contrario, si ha un segno di disidratazione.
Cambiamenti di questa portata avvengono quando il grado di disidratazione è dell’ordine del 4 / 6%. Segni visibili quali occhi infossati e addome ritratto sono a loro volta indicatori di disidratazione che compaiono quando questa arriva all’8 / 10%. Sfortunatamente, i primi effetti negativi della disidratazione sulle performances (lavoro, competizione o riproduzione) appaiono già con un grado pari al 2%, prima che i segni visibili compaiano.
Il consumo di acqua diminuisce quando il cavallo è mantenuto al pascolo, dove l’erba ha dal 60 all’80% di acqua. Se lo stesso cavallo mangia una razione basata sul fieno, che ha dal 12 al 15% di umidità, ovviamente il suo consumo di acqua aumenterà. Anche il contenuto proteico della razione influenza l’abbeverata: cavalli che mangiano fieno di erba medica con il 21% di proteina grezza bevono di più rispetto a quelli che consumano razioni basate su fieno di graminacee con il 9% di proteina.
Il consumo di acqua è stato molto studiato nel cavallo: si è stabilito ad esempio che il miglior utilizzo si ha con acqua a temperatura tra i 7 e i 18 °C, con i valori più alti a temperature tendenzialmente crescenti. Le sorgenti erogano spesso acqua al di sotto di queste temperature. Quando l’acqua è gelida, l’abbeverata si riduce drasticamente, e si possono facilmente verificare coliche da costipazione quando il materiale nell’intestino non ha a disposizione sufficiente acqua libera per procedere normalmente. Aggiungere qualche cucchiaio da minestra di sale da cucina al fieno o al concentrato, più volte al giorno, può aiutare il cavallo a bere di più. I blocchi o rulli di sale variano moltissimo nel contenuto minerale, per cui non danno certezze che il cavallo ne riceverà a sufficienza. Quando il cavallo ha molta acqua a disposizione, gli eccessi di sale non sono un problema. Tuttavia, alcuni cavalli selezionano accuratamente il cibo e lasciano il sale nella mangiatoia! Non bisogna però accanirsi troppo su questo: anche gli eccessi vanno evitati). Somministrare prodotti come la barbabietola da reidratare con abbondante acqua calda o fredda in funzione della stagione, può aiutare la corretta digestione ed eventualmente permette di mescolare meglio sale od elettroliti
La appetibilità e la purezza dell’acqua hanno a loro volta una influenza sui consumi. I cavalli berranno volentieri l’acqua dei ruscelli, fresca e non stagnante, con un basso contenuto in contaminanti (fertilizzanti o erbicidi), e con un accettabile contenuto in sali. I cavalli sono anche molto sensibili ai cambiamenti nella qualità organolettica dell’acqua, e questo è un problema per gli spostamenti. Ad esempio, se un cavallo beve normalmente acqua non contenente cloro, e ne trova invece di clorata nel posto dove deve aver luogo una competizione, il suo consumo di acqua diminuirà.
A volte in scuderie con lunghe tubature se la pressione di uscita dell’acqua nelle beverine si riduce molto, i cavalli con il box verso la fine della tubature devono attendere troppo tempo il riempimento della beverina stessa e può capitare che si adattino a bere meno della loro reale esigenza portandosi verso una condizione di disidratazione.
Quando i cavalli non bevono abbastanza, diventano dunque disidratati. Può sembrare banale ma a volte provare ad offrire un secchio di acqua calda se siamo in inverno o fresca se siamo in estate potrebbe aiutare velocemente a evitare problemi anche gravi di disidratazione.
Un consulto veterinario è necessario solo quando la situazione peggiora, ed il grado di disidratazione supera il 5%. In questo caso, può essere necessaria una fluido terapia che apporti al cavallo elettroliti oltre all’acqua. Ovviamente, bisogna assicurarsi che alla base della disidratazione non ci siano più gravi problemi di salute. E’ molto importante che i proprietari e le persone che accudiscono i cavalli imparino a riconoscere i segni della disidratazione, prima che diventi un vero problema. Bisogna assicurarsi che il cavallo abbia a disposizione acqua potabile fresca e pulita perché in caso contrario le prestazioni potrebbero risentirne.
Un vecchio adagio recita “puoi portare un cavallo all’acqua, ma non puoi obbligarlo a bere”. Dal punto di vista veterinario, tuttavia, ci sono dei modi per trattare cavalli disidratati o bloccati per scarsa idratazione del contenuto intestinale, costipazione, ma la migliore strategia è comunque quella di prevenire la disidratazione. Sembra facile, no? Purtroppo, convincere i cavalli a bere non è sempre così semplice. Il consumo spontaneo di acqua varia in funzione ai diversi fattori: età, condizione corporea, livello di allenamento, lavoro svolto, stato produttivo e riproduttivo in particolare, condizioni ambientali, tipo di razionamento, malattie intercorrenti. In più, possono giocare un ruolo la temperatura dell’acqua, la sua freschezza, purezza e appetibilità.
Giornalmente, i cavalli hanno una necessità minima di acqua che serve per sopravvivere, che è di circa 20 / 40 litri al giorno per un cavallo medio. Se il cavallo lavora, se la temperatura è elevata, se parliamo di una fattrice allattante o di un cavallo malato, la quantità può facilmente raddoppiare o aumentare anche di più.
E’ molto importante tenere sotto controllo il consumo di acqua quando la frequenza cardiaca è oltre il normale, dalle 28 alle 40 pulsazioni per minuto a riposo in cavalli adulti. Segni di scarso consumo idrico sono anche le feci secche o con una patina mucosa; uno strato di muco indica infatti che le feci sono rimaste troppo a lungo nell’intestino. In questi casi, è importante far visitare il cavallo da un veterinario. Quando le gengive imbiancano se sono premute col pollice, il colore rosato deve ricomparire in meno di due secondi. Se il tempo è più lungo, si può trattare di un sintomo di disidratazione. Se si pizzica lievemente la palpebra superiore tra due dita, questa deve tornare rapidamente al suo stato precedente: in caso contrario, si ha un segno di disidratazione.
Cambiamenti di questa portata avvengono quando il grado di disidratazione è dell’ordine del 4 / 6%. Segni visibili quali occhi infossati e addome ritratto sono a loro volta indicatori di disidratazione che compaiono quando questa arriva all’8 / 10%. Sfortunatamente, i primi effetti negativi della disidratazione sulle performances (lavoro, competizione o riproduzione) appaiono già con un grado pari al 2%, prima che i segni visibili compaiano.
Il consumo di acqua diminuisce quando il cavallo è mantenuto al pascolo, dove l’erba ha dal 60 all’80% di acqua. Se lo stesso cavallo mangia una razione basata sul fieno, che ha dal 12 al 15% di umidità, ovviamente il suo consumo di acqua aumenterà. Anche il contenuto proteico della razione influenza l’abbeverata: cavalli che mangiano fieno di erba medica con il 21% di proteina grezza bevono di più rispetto a quelli che consumano razioni basate su fieno di graminacee con il 9% di proteina.
Il consumo di acqua è stato molto studiato nel cavallo: si è stabilito ad esempio che il miglior utilizzo si ha con acqua a temperatura tra i 7 e i 18 °C, con i valori più alti a temperature tendenzialmente crescenti. Le sorgenti erogano spesso acqua al di sotto di queste temperature. Quando l’acqua è gelida, l’abbeverata si riduce drasticamente, e si possono facilmente verificare coliche da costipazione quando il materiale nell’intestino non ha a disposizione sufficiente acqua libera per procedere normalmente. Aggiungere qualche cucchiaio da minestra di sale da cucina al fieno o al concentrato, più volte al giorno, può aiutare il cavallo a bere di più. I blocchi o rulli di sale variano moltissimo nel contenuto minerale, per cui non danno certezze che il cavallo ne riceverà a sufficienza. Quando il cavallo ha molta acqua a disposizione, gli eccessi di sale non sono un problema. Tuttavia, alcuni cavalli selezionano accuratamente il cibo e lasciano il sale nella mangiatoia! Non bisogna però accanirsi troppo su questo: anche gli eccessi vanno evitati). Somministrare prodotti come la barbabietola da reidratare con abbondante acqua calda o fredda in funzione della stagione, può aiutare la corretta digestione ed eventualmente permette di mescolare meglio sale od elettroliti
La appetibilità e la purezza dell’acqua hanno a loro volta una influenza sui consumi. I cavalli berranno volentieri l’acqua dei ruscelli, fresca e non stagnante, con un basso contenuto in contaminanti (fertilizzanti o erbicidi), e con un accettabile contenuto in sali. I cavalli sono anche molto sensibili ai cambiamenti nella qualità organolettica dell’acqua, e questo è un problema per gli spostamenti. Ad esempio, se un cavallo beve normalmente acqua non contenente cloro, e ne trova invece di clorata nel posto dove deve aver luogo una competizione, il suo consumo di acqua diminuirà.
A volte in scuderie con lunghe tubature se la pressione di uscita dell’acqua nelle beverine si riduce molto, i cavalli con il box verso la fine della tubature devono attendere troppo tempo il riempimento della beverina stessa e può capitare che si adattino a bere meno della loro reale esigenza portandosi verso una condizione di disidratazione.
Quando i cavalli non bevono abbastanza, diventano dunque disidratati. Può sembrare banale ma a volte provare ad offrire un secchio di acqua calda se siamo in inverno o fresca se siamo in estate potrebbe aiutare velocemente a evitare problemi anche gravi di disidratazione.
Un consulto veterinario è necessario solo quando la situazione peggiora, ed il grado di disidratazione supera il 5%. In questo caso, può essere necessaria una fluido terapia che apporti al cavallo elettroliti oltre all’acqua. Ovviamente, bisogna assicurarsi che alla base della disidratazione non ci siano più gravi problemi di salute. E’ molto importante che i proprietari e le persone che accudiscono i cavalli imparino a riconoscere i segni della disidratazione, prima che diventi un vero problema. Bisogna assicurarsi che il cavallo abbia a disposizione acqua potabile fresca e pulita perché in caso contrario le prestazioni potrebbero risentirne.
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