I consigli del Professor Domenico Bergero DVM, dipl. ECVCN.
La fioccatura è una lavorazione a cui sono sottoposti semi interi di cereali, quali orzo, mais, avena o di legumi, quali fave e soia, che prevede un primo riscaldamento a vapore, seguito dallo schiacciamento del seme tra rulli rotanti, ed infine da una fase di essiccazione. Con la fioccatura si attua la cottura del seme, che in particolare nei cereali permette la trasformazione dell’amido in destrine, molto più digeribili; anche la fibra cambia le sue caratteristiche, diventando a sua volta, genericamente, più fermentabile dai batteri intestinali. Nei semi proteici la cottura permette di disattivare fattori antinutritivi presenti e di iniziare la denaturazione dei peptidi che compongono le proteine. Tutta la digeribilità viene migliorata dalla fioccatura. Persino la popolazione batterica intestinale è modificata dall’uso di alimenti fioccati anziché interi o sfarinati. Naturalmente i tempi di cottura a cui sono sottoposti i semi incidono sul costo di produzione e sulla qualità del prodotto ottenuto.
Per i nostri cavalli, i mangimi fioccati sono dunque più digeribili. Questo comporta, tuttavia, che la digestione avvenga in settori diversi del tratto gastro enterico, ad esempio, una parte del glucosio può essere attaccata già nello stomaco, e più velocemente l’energia, sotto forma di glucosio in particolare, entra in circolo. Attenzione perchè l’utilizzo dei fioccati comporta anche degli accorgimenti: intanto, la quantità di amido per singolo pasto va calcolata per diluire nel tempo la disponibilità di energia, sarà utile fornire con il mangime quote giustamente dosate di semi trattati più o meno intensamente, e persino non trattati. Nel caso dell’avena, ad esempio, il seme intero ha un amido assai digeribile anche prima della fioccatura, e non necessita di trattamenti per avere una buona digeribilità
Dunque: i fioccati sono dei buoni mangimi per cavalli, ma il loro eccesso può comportare problemi, ad esempio, per i cavalli a rischio di sindrome metabolica o di laminite; il loro uso va diluito nella giornata e nel mangime, anche per far arrivare nel grosso intestino una piccola ma importante quantità di energia di rapida utilizzazione, necessaria per consentire una corretta fermentazione della fibra. Anche nel cavallo, come nell’uomo, non è più il tempo di pensare che la massima digeribilità sia sempre sinonimo di massima efficacia.
Per saperne di più:
Philippeau, C. ; Sadet-Bourgeteau, S. ; Varloud, M.; Julliand, V.: Impact of barley form on equine total tract fibre digestibility and colonic microbiota. ANIMAL, Volume: 9, Issue: 12, pages: 1943-1948