Brian S. Burks, DVM, Dipl. ABVP tradotto dal Professor Domenico Bergero DVM, dipl. ECVCN
La “sindrome dell’acqua libera nelle feci” nel cavallo è una condizione poco conosciuta, diversa dalla diarrea, che è un aumento della frequenza di defecazione e di volume delle feci, che sono poltacee o acquose. In questa sindrome, invece, le feci (scibale) sono normali, ma c’è acqua che viene fuori prima, durante o dopo la defecazione. Anzi, quest’acqua può essere tanto abbondante che può sporcare la coda e i posteriori del cavallo, determinando dermatiti o infiammazioni cutanee che richiedono l’intervento del veterinario. Questo materiale rende difficile, ovviamente, tenere il cavallo pulito ma può anche attirare mosche ed altri insetti molesti. Si è tentato di stabilire quali fattori possano essere alla base di questa patologia, ma la causa ad oggi è ancora incerta. Tra i fattori associabili a questa condizione si possono ricordare stress sociale o fisico, ad esempio quello che si verifica durante un trasporto, ulcere gastriche o del colon, problemi nutrizionali come il consumo di fieni alterati contenenti micotossine, fattori che hanno un impatto negativo sulla microflora intestinale, infiammazione della mucosa intestinale, alimentazione con fieno o fieno/silo o insilato di erba medica ed infine bruschi cambi di alimentazione.
In un gruppo di cavalli, quelli che occupano i posti più bassi nella scala sociale sviluppano più spesso questa condizione, più comune in inverno, quando i soggetti subordinati sono confinati in spazi più ristretti, e sviluppano quindi maggiore ansietà sociale. Questi aspetti che diremmo “psicosomatici” comportano un cambiamento nell’assetto ormonale, il che produce una alterata peristalsi (movimento) intestinale e alterata frequenza di defecazione: lo stress sociale sembra infatti giocare un grande ruolo nella comparsa di acqua libera fecale. Altri problemi sono stati invece eliminati dalle possibili cause di questa patologia, tra questi bere acqua troppo fredda, problemi dentari o parassitosi intestinali. I maschi castrati (castroni) sono colpiti più frequentemente delle fattrici, il che potrebbe essere dovuto al fatto che le fattrici sono tendenzialmente più dominanti. I cavalli pezzati sono a loro volta più colpiti, anche qui forse per la loro posizione sociale all’interno dei gruppi.
Molti altri fattori devono peraltro essere presi in considerazione come:
• lo stomaco vuoto del cavallo secerne continuamente acidi; la masticazione produce saliva, un antiacido naturale. Senza un continuo apporto di foraggio, l’acido prodotto non è neutralizzato e può avanzare nell’intestino sino a raggiungere il grosso colon, dove causa irritazione e un eccessivo accumulo di fluidi;
• le ulcere. Lungo tutto il tratto digerente, le ulcere possono nuocere alla salute dell’apparato nel suo complesso. Le ulcere sono comuni nei cavalli tenuti in box, fatti lavorare a stomaco vuoto, stressati o che hanno subito cambiamenti nell’ambiente o nella gestione;
• il cambiamento del razionamento dal pascolo al consumo di fieno. Per molti cavalli, l’autunno è la stagione in cui il pascolamento, praticato nei mesi precedenti, viene sostituito da una razione a base di fieno; il fieno è più duro e grossolano, e può indurre stress meccanico sulla mucosa intestinale, e inducendo potenzialmente il rilascio di fluidi;
• il cambiamento dal razionamento basato sul fieno al pascolo. Le erbe possono albergare batteri e miceti che non erano presenti prima nell’intestino, e che possono essere fonte di fastidiose infiammazioni;
• le intolleranze alimentari e le allergie. Tra i componenti di una razione per cavalli ce ne può essere uno che, per ragioni individuali, genera reazioni avverse a livello intestinale o vere e proprie allergie.
La gestione della sindrome dell’acqua libera nelle feci comporta la formulazione di un piano alimentare adattato al singolo cavallo, con ingredienti che favoriscano la salute e la funzionalità di tutto l’apparato digerente. Tra i principali fattori in gioco, è essenziale adottare alimenti a basso contenuto di amido, aumento della frequenza dei pasti e/o libero accesso al foraggio. Anche il tipo di fibra da utilizzare è importante! Le graminacee, ad esempio, captano nel grosso intestino più acqua rispetto alle leguminose, erba medica, o alle polpe di bietola.
Le quattro regole da tenere sempre presenti sono:
1. il cavallo deve sempre avere accesso al pascolo o al fieno. La restrizione di questo fattore porta ad alterate risposte ormonali, che comportano stress ossidativo, infiammazione, ulcere e disturbi metabolici quali alterata risposta all’insulina, obesità o sindrome di Cushing;
2. effettuare i cambi alimentari dal pascolo al fieno e viceversa con gradualità. Nel periodo di transizione, l’uso di un probiotico o di un prebiotico può essere utilissimo;
3. utilizzare solo cibi sani e controllati, evitando accuratamente quelli alterati o di scarsa qualità;
4. utilizzare alimenti con provata attività anti-infiammatoria e che proteggono la mucosa gastro intestinale, ad esempio quelli arricchiti con acidi grassi della serie omega tre, vitamine del gruppo B, lieviti e antiossidanti.
Per il trattamento di questa condizione è stato tentato anche l’utilizzo di feci da un cavallo sano: molti dei cavalli trattati in questo modo guariscono e circa il 50% di questi non hanno ricadute. In ogni caso, prima di tentare un trattamento di questo tipo, dovrebbe essere sempre valutata la presenza di sabbia nell’intestino del cavallo, che deve essere valutata con un esame rettale, controllato per la presenza di parassiti intestinali, testato per la presenza di ulcere al colon o allo stomaco.