Testo del professor Domenico Bergero DVM, dipl. ECVCN
Il cavallo, per quanto addomesticato da più di 5000 anni, dal punto di vista della sua fisiologia digestiva non è poi cambiato così tanto, ed infatti i cavalli “rinselvatichiti” come i mustang americani si riadattano alla loro vita libera e alle conseguenze sui modi e i ritmi di alimentazione con sorprendete facilità.
Ora, se osserviamo le abitudini alimentari dei cavalli bradi, questi sono dei brucatori, che selezionano le erbe migliori, quelle più ricche di proteine e un po’ meno fibrose, e passano il loro tempo sul pascolo: sono dunque abituati a minuscoli pasti frequenti. Infatti, il loro stomaco è relativamente piccolo (tiene circa 15 litri) e il cibo rimane in questo comparto per un tempo relativamente breve.
Se invece lo stesso cavallo ha a disposizione pochi pasti al giorno, in genere molto abbondanti, tutto il corretto progredire dell’alimento nel tubo digerente sarà alterato: nello stomaco e nel piccolo intestino, gli enzimi non avranno il tempo di attaccare le parti più nobili (ad esempio, l’amido!), e nel grosso intestino ne arriveranno quote troppo abbondanti con possibili problemi di malfermentazioni e coliche.
Si può ovviare a questo problema pre-digerendo gli alimenti, ad esempio attraverso la fioccatura, ma questo pone problemi opposti: l’amido sarà troppo facilmente convertito a glucosio, assorbito, e imporrà un pericoloso picco di insulina subito dopo il pasto.
Si deve aggiungere che la alimentazione in scuderia è molto diversa da quella in natura: al posto delle erbe, si utilizzano di solito fieni (più fibrosi) e concentrati (più ricchi di nutrienti nobili). Veramente una situazione difficile.
Come si può uscire da questo problema? Intanto, scegliendo foraggi e soprattutto fieni di buona qualità e non troppo fibrosi, e mangimi opportunamente formulati, che permettano una messa a disposizione dei nutrienti progressiva e costante. Poi, appunto, suddividendo i pasti.
Dobbiamo considerare che i cavalli impiegano 40 minuti per mangiare 1 kg di fieno di conseguenza se al giorno un cavallo deve mangiare 10 kg di fieno vuol dire che per circa 7 ore deve essere impegnato a mangiare il fieno. Nella routine di scuderia si può pensare che il fieno venga lasciato a disposizione in modo continuativo durante la giornata, magari allungando i tempi di consumo ad esempio con le reti del fieno, oppure somministrandolo in 2 o meglio 3 pasti al giorno ma bisogna valutare che le quantità minime necessarie vengano raggiunte. Anche il concentrato se viene offerto in almeno 3 pasti facilita l’assorbimento delle sostanze e meglio se viene somministrato dopo una mezz’ora DOPO il fieno: se somministrato prima, il transito intestinale sarà più rapido e troppe sostanze indigerite arriveranno nel colon.
Nulla di veramente nuovo, ma a volte si sente il bisogno di riscoprire vecchie abitudini, magari scoprendo che hanno un significato scientifico ben preciso. Un modo per legare la modernità alla tradizione.