5 Febbraio 2020
Brian S. Burks, DVM, Dipl. ABVP tradotto dal Professor Domenico Bergero DVM, dipl. ECVCN
I cavalla reagiscono alle temperature fredde molto meglio che a quelle eccessivamente calde: sono infatti naturalmente adattati a vivere all’esterno anche in inverno. I cavalli infatti non spendono energia per scaldarsi fino a 4°C, ma cavalli in salute con un buon mantello invernale sono a loro agio a temperature vicine allo zero, e anche più basse se è disponibile un semplice riparo. In particolare, un riparo è importante come protezione dal vento, nevischio e pioggia. I cavalli hanno tuttavia bisogno di un periodo di acclimatazione alle basse temperature, in quanto possono soffrire i bruschi cambiamenti.
I cavalli rinselvatichiti, come è noto, aumentano di peso in primavera ed estate, e lo perdono poi in inverno. Il grasso sottocutaneo immagazzinato nei mesi caldi aiuta a sua volta a non disperdere facilmente il calore corporeo durante la stagione fredda.
I muscoli erettori dei peli, a loro volta, aumentano la quantità di aria nel sottopelo, intrappolandola tra la pelle e l’ambiente esterno, a scopo coibentante. Se sul mantello del cavallo c’è uno strato di neve, questa aiuterà a conservare calore e tepore, ma se la neve si scioglie, allora il calore lascia l’organismo per diffondersi nell’ambiente. I cavalli bagnati soffrono il freddo molto più di quelli asciutti (i muscoli erettori del pelo non riescono ad intrappolare aria in queste condizioni), ed anche i tremori sono un indicatore che il cavallo ha freddo.
E’ pure importante controllare la condizione corporea del cavallo almeno due volte la settimana, nel senso che la coperta va rimossa, e bisogna controllare con la mano se l’aspetto “rotondetto” del cavallo è dovuto ad una buona condizione o ad un pelo folto ed arruffato. Le costole devono essere apprezzabili al tatto con difficoltà sotto la pelle ed il pelo, ma devono comunque essere palpabili. Il “body condition score” ideale in un cavallo in inverno è tra 5 e 6 su una scala di 9 (da moderato a moderatamente carnoso) appunto perché il grasso sottocutaneo fa da isolante rispetto all’esterno. Per cavalli in queste condizioni, la coperta può non essere necessaria, mentre lo diventa per cavalli più esili. Inoltre, cavalli in condizioni ideali richiedono in inverno meno energia rispetto a quelli più magri.
In inverno, le categorie di cavalli che richiedono più energia per un corretto mantenimento sono le fattrici gravide, i cavalli anziani e quelli malati. Se non è stato fatto in precedenza, l’inizio dell’inverno è un buon momento per controllare la salute generale del cavallo e la condizione della sua dentatura.
In termini numerici, un cavallo richiede mediamente circa 22000 Kcal di energia digeribile al giorno (un maschio umano medio 2200, una donna 1800), che possono aumentare in inverno di circa il 10-20%.
I foraggi sono la principale fonte “interna” di calore per il cavallo, non i concentrati. Infatti la fibra contenuta nel foraggio, che sfugge alla digestione nel piccolo intestino, arriva nel grosso intestino dove i batteri la fermentano – un processo che libera grandi quantità di calore, che aiuta a mantenere caldo il cavallo. Cavalli che consumano razioni povere di fibra dovranno consumare più energia per tenersi caldi, e dunque richiederanno maggiori quantità di concentrati, in particolare cereali o grassi. I cereali vengono digeriti nel piccolo intestino (se arrivano indigeriti al cieco colon in eccesso, possono causare problemi) e quindi forniscono energia, ma non direttamente calore da fermentazione.
Per il razionamento invernale, la base dovrebbe essere una somministrazione giornaliera di circa il 2% del peso del cavallo al giorno (cioè, per un cavallo di 500 kg, circa 10 kg di fieno al giorno). Meglio se il fieno viene pesato, per evitare errori. Si possono sovrapporre eventualmente dei fioccati. Per diminuzione di 10° di temperatura, è consigliabile aggiungere circa 1 kg di fieno. Se il tempo è ventoso o piovoso, se ne può somministrare anche di più. In pratica, per i cavalli tenuti all’esterno in inverno, è consigliabile lasciare fieno sempre a disposizione, in una rastrelliera e non nel fango.
I cavalli anziani possono a volte avere problemi nella masticazione, e quindi non riuscire a trarre la giusta quantità di nutrienti attraverso la digestione: in questi casi, un razionamento ad hoc è sempre consigliabile. Esistono anche mangimi completi (cioè che possono, per la presenza di sufficienti quantità di fibra, essere usati come unico alimento: la fibra grezza di solito in questi mangimi è presente al 16-17%) appositamente formulati per cavalli anziani e per la loro salute; questi mangimi, di solito pellettati o cubettati e contenenti erba medica, possono essere somministrati inumiditi, idealmente in piccoli pasti frequenti (4 – 6 al giorno, per garantire un corretto flusso di nutrienti nell’intestino).
Ovviamente, anche in inverno la presenza di acqua potabile va garantita. Una temperatura tra i 7 ed i 18 °C è l’ideale. Se si utilizzano abbeveratoi riscaldati elettricamente, è necessario controllare periodicamente i cavi per evitare pericoli di incendi. La neve non è un sostituto dell’acqua, perché il cavallo non riesce ad assumerne a sufficienza per coprire il suo fabbisogno. L’acqua è necessaria anche per il buon funzionamento dell’intestino e per la fermentazione, ma i cavalli non gradiscono l’acqua troppo fredda anche se, abbassandosi gradualmente la temperatura, si adattano a bere acqua progressivamente più fredda. Un corretto consumo di acqua previene coliche, impaccamenti e disidratazione.
Una ulteriore considerazione su come mantenere i cavalli in inverno è relativa ai ripari e alle scuderie. In generale, i cavalli vivono più volentieri in ambiente esterno; i capannoni chiusi spesso sono poco ventilati e in queste condizioni i cavalli sviluppano problemi respiratori, cosa che avviene molto meno frequentemente per i cavalli mantenuti all’esterno, anche se le temperature sono rigide. Ovviamente, devono essere presenti come accennato ripari dal vento, dalla tormenta e dal nevischio. Alberi o tettoie aperte su due lati rappresentano dei buoni ripari. In condizioni di freddo particolare, i cavalli si raggrupperanno per scaldarsi a vicenda; potranno partire per un breve galoppo per sfruttare il calore prodotto nella contrazione dei muscoli, per poi tornare insieme a spartirsi il calore in più prodotto; in ogni caso, un buon mantello provvisto di un adeguato pelo e sottopelo è la prima linea di difesa contro il freddo, e quindi i cavalli che vivono all’esterno devono aver avuto il tempo di sviluppare un adeguato mantello. Se invece sono stati tenuti in scuderia e vengono inviati all’esterno tardi, una coperta sarà da prevedere assolutamente per evitare problemi. In sostanza, se il proprietario è attento, i cavalli possono vivere all’esterno molto bene anche in regioni particolarmente fredde.
I cavalla reagiscono alle temperature fredde molto meglio che a quelle eccessivamente calde: sono infatti naturalmente adattati a vivere all’esterno anche in inverno. I cavalli infatti non spendono energia per scaldarsi fino a 4°C, ma cavalli in salute con un buon mantello invernale sono a loro agio a temperature vicine allo zero, e anche più basse se è disponibile un semplice riparo. In particolare, un riparo è importante come protezione dal vento, nevischio e pioggia. I cavalli hanno tuttavia bisogno di un periodo di acclimatazione alle basse temperature, in quanto possono soffrire i bruschi cambiamenti.
I cavalli rinselvatichiti, come è noto, aumentano di peso in primavera ed estate, e lo perdono poi in inverno. Il grasso sottocutaneo immagazzinato nei mesi caldi aiuta a sua volta a non disperdere facilmente il calore corporeo durante la stagione fredda.
I muscoli erettori dei peli, a loro volta, aumentano la quantità di aria nel sottopelo, intrappolandola tra la pelle e l’ambiente esterno, a scopo coibentante. Se sul mantello del cavallo c’è uno strato di neve, questa aiuterà a conservare calore e tepore, ma se la neve si scioglie, allora il calore lascia l’organismo per diffondersi nell’ambiente. I cavalli bagnati soffrono il freddo molto più di quelli asciutti (i muscoli erettori del pelo non riescono ad intrappolare aria in queste condizioni), ed anche i tremori sono un indicatore che il cavallo ha freddo.
E’ pure importante controllare la condizione corporea del cavallo almeno due volte la settimana, nel senso che la coperta va rimossa, e bisogna controllare con la mano se l’aspetto “rotondetto” del cavallo è dovuto ad una buona condizione o ad un pelo folto ed arruffato. Le costole devono essere apprezzabili al tatto con difficoltà sotto la pelle ed il pelo, ma devono comunque essere palpabili. Il “body condition score” ideale in un cavallo in inverno è tra 5 e 6 su una scala di 9 (da moderato a moderatamente carnoso) appunto perché il grasso sottocutaneo fa da isolante rispetto all’esterno. Per cavalli in queste condizioni, la coperta può non essere necessaria, mentre lo diventa per cavalli più esili. Inoltre, cavalli in condizioni ideali richiedono in inverno meno energia rispetto a quelli più magri.
In inverno, le categorie di cavalli che richiedono più energia per un corretto mantenimento sono le fattrici gravide, i cavalli anziani e quelli malati. Se non è stato fatto in precedenza, l’inizio dell’inverno è un buon momento per controllare la salute generale del cavallo e la condizione della sua dentatura.
In termini numerici, un cavallo richiede mediamente circa 22000 Kcal di energia digeribile al giorno (un maschio umano medio 2200, una donna 1800), che possono aumentare in inverno di circa il 10-20%.
I foraggi sono la principale fonte “interna” di calore per il cavallo, non i concentrati. Infatti la fibra contenuta nel foraggio, che sfugge alla digestione nel piccolo intestino, arriva nel grosso intestino dove i batteri la fermentano – un processo che libera grandi quantità di calore, che aiuta a mantenere caldo il cavallo. Cavalli che consumano razioni povere di fibra dovranno consumare più energia per tenersi caldi, e dunque richiederanno maggiori quantità di concentrati, in particolare cereali o grassi. I cereali vengono digeriti nel piccolo intestino (se arrivano indigeriti al cieco colon in eccesso, possono causare problemi) e quindi forniscono energia, ma non direttamente calore da fermentazione.
Per il razionamento invernale, la base dovrebbe essere una somministrazione giornaliera di circa il 2% del peso del cavallo al giorno (cioè, per un cavallo di 500 kg, circa 10 kg di fieno al giorno). Meglio se il fieno viene pesato, per evitare errori. Si possono sovrapporre eventualmente dei fioccati. Per diminuzione di 10° di temperatura, è consigliabile aggiungere circa 1 kg di fieno. Se il tempo è ventoso o piovoso, se ne può somministrare anche di più. In pratica, per i cavalli tenuti all’esterno in inverno, è consigliabile lasciare fieno sempre a disposizione, in una rastrelliera e non nel fango.
I cavalli anziani possono a volte avere problemi nella masticazione, e quindi non riuscire a trarre la giusta quantità di nutrienti attraverso la digestione: in questi casi, un razionamento ad hoc è sempre consigliabile. Esistono anche mangimi completi (cioè che possono, per la presenza di sufficienti quantità di fibra, essere usati come unico alimento: la fibra grezza di solito in questi mangimi è presente al 16-17%) appositamente formulati per cavalli anziani e per la loro salute; questi mangimi, di solito pellettati o cubettati e contenenti erba medica, possono essere somministrati inumiditi, idealmente in piccoli pasti frequenti (4 – 6 al giorno, per garantire un corretto flusso di nutrienti nell’intestino).
Ovviamente, anche in inverno la presenza di acqua potabile va garantita. Una temperatura tra i 7 ed i 18 °C è l’ideale. Se si utilizzano abbeveratoi riscaldati elettricamente, è necessario controllare periodicamente i cavi per evitare pericoli di incendi. La neve non è un sostituto dell’acqua, perché il cavallo non riesce ad assumerne a sufficienza per coprire il suo fabbisogno. L’acqua è necessaria anche per il buon funzionamento dell’intestino e per la fermentazione, ma i cavalli non gradiscono l’acqua troppo fredda anche se, abbassandosi gradualmente la temperatura, si adattano a bere acqua progressivamente più fredda. Un corretto consumo di acqua previene coliche, impaccamenti e disidratazione.
Una ulteriore considerazione su come mantenere i cavalli in inverno è relativa ai ripari e alle scuderie. In generale, i cavalli vivono più volentieri in ambiente esterno; i capannoni chiusi spesso sono poco ventilati e in queste condizioni i cavalli sviluppano problemi respiratori, cosa che avviene molto meno frequentemente per i cavalli mantenuti all’esterno, anche se le temperature sono rigide. Ovviamente, devono essere presenti come accennato ripari dal vento, dalla tormenta e dal nevischio. Alberi o tettoie aperte su due lati rappresentano dei buoni ripari. In condizioni di freddo particolare, i cavalli si raggrupperanno per scaldarsi a vicenda; potranno partire per un breve galoppo per sfruttare il calore prodotto nella contrazione dei muscoli, per poi tornare insieme a spartirsi il calore in più prodotto; in ogni caso, un buon mantello provvisto di un adeguato pelo e sottopelo è la prima linea di difesa contro il freddo, e quindi i cavalli che vivono all’esterno devono aver avuto il tempo di sviluppare un adeguato mantello. Se invece sono stati tenuti in scuderia e vengono inviati all’esterno tardi, una coperta sarà da prevedere assolutamente per evitare problemi. In sostanza, se il proprietario è attento, i cavalli possono vivere all’esterno molto bene anche in regioni particolarmente fredde.
Category: News