20 Agosto 2019
I consigli del Professor Domenico Bergero DVM, dipl. ECVCN
Il cavallo è un erbivoro monogastrico, con un cieco ed un colon fatti per fermentare la fibra. Per questo motivo, la base della alimentazione dei cavalli sono i foraggi.
Se tuttavia osserviamo il comportamento alimentare di un cavallo in libertà, potremo vedere che questo animale non sceglie le erbe più alte, allo stadio vegetativo, quelle che vengono falciate per fare il fieno: si dirige piuttosto su quelle più basse, più tenere, più ricche di nutrienti nobili e meno fibrose. Questo aspetto è noto da molto tempo, ma solo da qualche anno si è incominciato a pensare che, in scuderia è possibile, se non riprodurre il comportamento alimentare del cavallo in libertà, almeno avvicinare la qualità della sua razione a quella che sarebbe scelta.
Di qui, l’attenzione verso alimenti che siano non solo ricchi di fibra, ma che forniscano anche una fibra molto “digeribile”, cioè che possa essere fermentata nel grosso intestino, che regoli opportunamente il transito intestinale, che metta il cavallo al riparo da rischi di problemi intestinali (ad esempio, coliche) e che siano di aiuto anche dal punto di vista sanitario.
In questo senso è da intendersi l’uso di fibre “solubili” in molti casi di problemi gastrici ed in particolare nelle ulcere; nella stessa direzione va l’uso di mangimi ricchi di polpe di barbabietola, che regolano bene il transito intestinale, e che sono in grado anche di svolgere compiti di regolazione. Lo stesso vale per le buccette di soia e per alcuni sottoprodotti che trovano nella alimentazione dei cavalli un ottimo utilizzo. Anche gli oligosaccaridi (ad esempio, FOS e MOS) da questo punto di vista sono importantissimi: classificati tra le fibre, perché non sono digeribili tramite gli enzimi intestinali, svolgono un importante ruolo di modulazione della microflora intestinale. Al cavallo questo tipo di fibre fanno molto bene, non solo per la prevenzione delle coliche, ma anche per le comunicazioni tra intestino e sistema nervoso centrale. I cavalli il cui intestino lavora bene saranno più rilassati e più felici. Quindi, viva le fonti di fibre alternative.
E per il fieno? Per questo alimento continuano a valere le solite raccomandazioni: non ammuffito, non polveroso, tagliato non troppo tardi e da somministrare a cavalli con controlli frequenti ai denti, soprattutto più invecchiano!
In foto Ottava Meraviglia di Ca’ San Giorgio Paolo Paini
Il cavallo è un erbivoro monogastrico, con un cieco ed un colon fatti per fermentare la fibra. Per questo motivo, la base della alimentazione dei cavalli sono i foraggi.
Se tuttavia osserviamo il comportamento alimentare di un cavallo in libertà, potremo vedere che questo animale non sceglie le erbe più alte, allo stadio vegetativo, quelle che vengono falciate per fare il fieno: si dirige piuttosto su quelle più basse, più tenere, più ricche di nutrienti nobili e meno fibrose. Questo aspetto è noto da molto tempo, ma solo da qualche anno si è incominciato a pensare che, in scuderia è possibile, se non riprodurre il comportamento alimentare del cavallo in libertà, almeno avvicinare la qualità della sua razione a quella che sarebbe scelta.
Di qui, l’attenzione verso alimenti che siano non solo ricchi di fibra, ma che forniscano anche una fibra molto “digeribile”, cioè che possa essere fermentata nel grosso intestino, che regoli opportunamente il transito intestinale, che metta il cavallo al riparo da rischi di problemi intestinali (ad esempio, coliche) e che siano di aiuto anche dal punto di vista sanitario.
In questo senso è da intendersi l’uso di fibre “solubili” in molti casi di problemi gastrici ed in particolare nelle ulcere; nella stessa direzione va l’uso di mangimi ricchi di polpe di barbabietola, che regolano bene il transito intestinale, e che sono in grado anche di svolgere compiti di regolazione. Lo stesso vale per le buccette di soia e per alcuni sottoprodotti che trovano nella alimentazione dei cavalli un ottimo utilizzo. Anche gli oligosaccaridi (ad esempio, FOS e MOS) da questo punto di vista sono importantissimi: classificati tra le fibre, perché non sono digeribili tramite gli enzimi intestinali, svolgono un importante ruolo di modulazione della microflora intestinale. Al cavallo questo tipo di fibre fanno molto bene, non solo per la prevenzione delle coliche, ma anche per le comunicazioni tra intestino e sistema nervoso centrale. I cavalli il cui intestino lavora bene saranno più rilassati e più felici. Quindi, viva le fonti di fibre alternative.
E per il fieno? Per questo alimento continuano a valere le solite raccomandazioni: non ammuffito, non polveroso, tagliato non troppo tardi e da somministrare a cavalli con controlli frequenti ai denti, soprattutto più invecchiano!
In foto Ottava Meraviglia di Ca’ San Giorgio Paolo Paini
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