15 Gennaio 2019
I consigli del Professor Domenico Bergero DVM, dipl. ECVCN.
Una parte importante del valore di un mangime è il suo contenuto di vitamine e di minerali con particolari ruoli metabolici. Queste informazioni però sono spesso poco valutate. In Italia, la legislazione che regola il mercato dei mangimi per animali, e quindi quello dei mangimi per cavalli, è molto cambiata con gli anni, come è normale se si pensa che la prima legge risale agli anni ’60 del secolo scorso. I mangimi che vengono normalmente venduti sono oggi identificati come “complementari”, quando vanno usati in associazione con altri alimenti – spesso fieno o altri foraggi – per coprire i fabbisogni giornalieri, oppure “completi”, quando possono, o meglio devono, essere usati come unico alimento per ottenere una dieta bilanciata. In altre specie animali, i mangimi completi sono quelli più utilizzati ad esempio, nel cane e nel gatto, mentre quelli complementari sono di gran lunga più utilizzati per i cavalli.
Un altro aggettivo si è invece un poco perso con il tempo: quello che qualifica un mangime come “integrato”. Questo termine identifica quei mangimi nei quali è stata aggiunta una “integrazione”, quando cioè oltre ai componenti della dieta sono state aggiunte vitamine e “microelementi”, cioè quei minerali il cui ruolo è importantissimo anche se il loro apporto giornaliero si misura in milligrammi.
Certo, sulle confezioni sono presenti le informazioni relative alla qualità e quantità di queste aggiunte. Ma qui le conoscenze si sono, ultimamente, molto evolute. Ciascuna categoria ha fabbisogni differenti, e quindi l’offerta di mangimi si è moltiplicata. Si possono trovare sul mercato mangimi nei quali anche questa componente è presente nelle giuste proporzioni per ogni tipo di animale e per ogni tipo di lavoro.
Se invece si usano mangimi generici o non integrati, si ricorre in genere – per coprire questa parte dei fabbisogni – alle “polverine”, ad integratori da aggiungere al mangime perché si adatti meglio al singolo soggetto o categoria. Spesso si usano molto integratori che tutelano le articolazioni, ma anche calmanti e promotori di performance. Tutti i componenti di questi integratori possono essere direttamente inseriti in un mangime.
La scelta di utilizzare un mangime già integrato risponde a due logiche principali: la tutela dei dosaggi, garantita ovviamente dal produttore, e la maggiore semplicità nella predisposizione dei pasti. Un argomento più sottile a favore è la sicurezza nella ingestione di questa parte: nei mangimi, l’integrazione è spesso inserita nei pellet, o in ogni caso in piccoli agglomerati che non lasciano al cavallo possibilità di scelta e che non corrono rischi nel caso in cui il cavallo soffi sul cibo, cosa che è ovviamente un problema per le polveri se non sono umidificate.Read more 👉🏼 https:// www.mangimificiopalazzetto. it/capinera/Per saperne di più:
Equine dietary supplements: an insight into their use and perceptions in the Irish equine industry
J. M. D. Murray, E. Hanna and P. Hastie
Irish Veterinary Journal 2018 71:4
Una parte importante del valore di un mangime è il suo contenuto di vitamine e di minerali con particolari ruoli metabolici. Queste informazioni però sono spesso poco valutate. In Italia, la legislazione che regola il mercato dei mangimi per animali, e quindi quello dei mangimi per cavalli, è molto cambiata con gli anni, come è normale se si pensa che la prima legge risale agli anni ’60 del secolo scorso. I mangimi che vengono normalmente venduti sono oggi identificati come “complementari”, quando vanno usati in associazione con altri alimenti – spesso fieno o altri foraggi – per coprire i fabbisogni giornalieri, oppure “completi”, quando possono, o meglio devono, essere usati come unico alimento per ottenere una dieta bilanciata. In altre specie animali, i mangimi completi sono quelli più utilizzati ad esempio, nel cane e nel gatto, mentre quelli complementari sono di gran lunga più utilizzati per i cavalli.
Un altro aggettivo si è invece un poco perso con il tempo: quello che qualifica un mangime come “integrato”. Questo termine identifica quei mangimi nei quali è stata aggiunta una “integrazione”, quando cioè oltre ai componenti della dieta sono state aggiunte vitamine e “microelementi”, cioè quei minerali il cui ruolo è importantissimo anche se il loro apporto giornaliero si misura in milligrammi.
Certo, sulle confezioni sono presenti le informazioni relative alla qualità e quantità di queste aggiunte. Ma qui le conoscenze si sono, ultimamente, molto evolute. Ciascuna categoria ha fabbisogni differenti, e quindi l’offerta di mangimi si è moltiplicata. Si possono trovare sul mercato mangimi nei quali anche questa componente è presente nelle giuste proporzioni per ogni tipo di animale e per ogni tipo di lavoro.
Se invece si usano mangimi generici o non integrati, si ricorre in genere – per coprire questa parte dei fabbisogni – alle “polverine”, ad integratori da aggiungere al mangime perché si adatti meglio al singolo soggetto o categoria. Spesso si usano molto integratori che tutelano le articolazioni, ma anche calmanti e promotori di performance. Tutti i componenti di questi integratori possono essere direttamente inseriti in un mangime.
La scelta di utilizzare un mangime già integrato risponde a due logiche principali: la tutela dei dosaggi, garantita ovviamente dal produttore, e la maggiore semplicità nella predisposizione dei pasti. Un argomento più sottile a favore è la sicurezza nella ingestione di questa parte: nei mangimi, l’integrazione è spesso inserita nei pellet, o in ogni caso in piccoli agglomerati che non lasciano al cavallo possibilità di scelta e che non corrono rischi nel caso in cui il cavallo soffi sul cibo, cosa che è ovviamente un problema per le polveri se non sono umidificate.Read more 👉🏼 https://
Equine dietary supplements: an insight into their use and perceptions in the Irish equine industry
J. M. D. Murray, E. Hanna and P. Hastie
Irish Veterinary Journal 2018 71:4
Category: News